by annarosapalpacelli@alice.it | Giu 21, 2015 |
Il giardino all’inglese è un tipo di giardino concepito integrando gli elementi naturali quali ruscelli, grotte, alberi, cespugli con elementi artificiali quali pergolati, tempietti, ponticelli affinchè il visitatore abbia l’impressione di passeggiare in un ambiente quasi selvaggio. Sfruttando le caratteristiche geomorfologiche del terreno, Giovan Battista Basile architetto palermitano, padre del più famoso Ernesto, nel 1853 creò una delle ville più belle e frequentate di Palermo denominata appunto: Giardino inglese. Il giardino, ricchissimo di piante rare ed alberi secolari, sito nel centralissimo viale della Libertà è da esso diviso in due parti: il “Parterre Garibaldi”, dove è posto un monumento equestre all’Eroe dei due mondi, ora intitolato ai giudici Falcone e Morvillo, che con le sue aiuole ordinate e la vasca in marmo, rappresenta la parte meno selvaggia del parco e il “Bosco”, molto più grande del Parterre, ispirato ai “Giardini delle delizie” di epoca araba con 7 collinette, 10 vallate, grotte, gallerie, ponticelli, aiuole, un tempietto in stile arabo-normanno, una serra in vetro e ferro battuto e bellissime fontane i cui alti getti d’acqua giocano e danzano formando spesso un bellissimo arcobaleno. Ad arricchire ancor di più il giardino, sono stati in seguito aggiunti altri elementi quali statue, cippi, stele, busti e...
by annarosapalpacelli@alice.it | Giu 21, 2015 |
La cattedrale metropolitana della Santa Vergine Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico della città di Palermo e sede vescovile dell’omonima arcidiocesi metropolitana. Viene indicata semplicemente come cattedrale di Palermo o localmente in siciliano a cattridali ri Palermu. Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell’umanità (Unesco) nell’ambito dell'”Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale”. Immensa chiesa in stile siculo normanno, fu costruita dai normanni alla fine del XII secolo eliminando una grande moschea araba. Unica parte rimasta inalterata nel tempo sono le absidi, splendide nel loro disegno geometrico; per tutto il resto invece col passare dei secoli sono state apportate delle modifiche, come il portale meridionale in stile gotico-catalano (1453), sorretto da quattro colonne in una delle quali si trova un’incisione araba tratta dal corano (unica testimonianza della presenza di una moschea in tempi arabi); la cupola neoclassica, meravigliosa nel suo aspetto ma un pò in contrasto con il resto della struttura; l’interno è stato trasformato anch’esso in stile neoclassico, diviso a croce latina a tre navate separate da pilastri, bellissimo il prospetto principale che dà su via Bonello, in stile gotico, dove si può ammirare il portale del 1352 dove vi è riposta una statua marmorea raffigurante la vergine col bambino; sempre su via Bonello, alzando la testa, si puo’ ammirare la torre campanaria e i suoi campanili collegati alla facciata da archiponti. All’interno non si possono non visitare le tombe reali di Federico II, la moglie Costanza D’Aragona, Enrico VI e Costanza D’Altavilla (padre e madre di FedericoII), RuggeroII e Guglielmo D’Aragona. A destra della cappella di S. Rosalia si trova l’entrata alla...
by annarosapalpacelli@alice.it | Giu 21, 2015 |
La Vucciria è un piacevole miscuglio di voci, odori e rumori; un angolo della città dove il tempo sembra essersi fermato. E’ il mercato più antico e popolare di Palermo si estende in Piazza Caracciolo e dintorni, nasce come bottega della carne, una volta chiusa da arcate oggi completamente all’aperto in cui la merce (carni, pesce, frutta) viene esposta in tipiche bancarelle su apposite lastre di marmo chiamate “BALATE”. Anticamente era chiamato la Bucciria grande, questo termine deriva da una parola francese, boucherie che significa macelleria, perché in epoca angioina vi sorgeva un macello, mentre oggi vi abbondano le carnezzerie. Fin dall’epoca araba fu, per la vicinanza dell’approdo della Cala (porto di origine fenicia, oggi non più esistente), residenza preferita di mercanti orientali,pisani, genovesi, veneziani, amalfitani ecc…Successivamente divenne un mercato per la vendita del pesce, della frutta e della verdura. Muovendosi all’interno del fitto intreccio di vicoli e piazzette del mercato della Vucciria si possono ritrovare tutti gli ingredienti della cucina siciliana; le coloratissime bancarelle traboccano di cassette di legno che, grazie ai colori della mercanzia, si trasformano in scrigni ricolmi dell’oro dei limoni, dell’argento delle sarde fresche e salate, del bronzo delle olive e del corallo dei pomodori essiccati E cosa dire delle mille erbe aromatiche assolutamente indispensabili per la riuscita dei piatti regionali più gustosi. Il variegato mondo dei pesci, poggiato su letti di ghiaccio tritato, è rappresentato da gamberi, orate, scorfani, tonni, pescespada, polipi, seppie e grossi...
by annarosapalpacelli@alice.it | Giu 21, 2015 |
Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo fu costruito alla fine dell’Ottocento su progetto di Giovan Battista Basile e completato da Ernesto Basile, famoso re del Liberty e figlio del già citato architetto. L’ispirazione prende le mosse dal tempio greco e da altri edifici monumentali dell’arte classica. Il risultato fu un edificio enorme, sapientemente decorato e sfarzoso, la cui ambizione era quella di gareggiare non solo con i grandi templi musicali italiani ma anche con quelli europei. Basile jr. si avvalse, non a caso, della collaborazione dei più importanti decoratori dell’epoca quali Ducrot per la boiserie ed Ettore De Maria Bergler per la pittura, mediatori del gusto floreale a Palermo. Al centro di questa vicenda, vi era la Palermo della Bella Epoque che ruotava intorno alle fortune della famiglia Florio e al suo stile di vita inimitabile, degno solo di confrontarsi con quello di una dinastia reale. Palermo era la capitale del regno dei Florio e non poteva non avere un teatro d’opera, nuovo centro di aggregazione che costituiva, insieme, luogo di divertimento, svago, ma anche club informale per discutere di affari e politica secondo i nuovi modelli borghesi di sociabilità. Inaugurato nel 1897 con la rappresentazione di “Falstaff”, nuova opera di Giuseppe Verdi, si impose come uno dei più importanti teatri italiani per la quantità e la qualità delle opere rappresentate. Oscuratosi l’astro dei Florio, il teatro continuò la sua esistenza in un contesto meno brillante. Nel 1974, a causa di un incendio inun cinema, il Comune decise di chiudere tutti gli edifici pubblici che non possedessero adeguate norme di sicurezza.La città si Palermo avrebbe dovuto aspettare 23...
by annarosapalpacelli@alice.it | Giu 21, 2015 |
Il Politeama di Palermo, ideato già nel 1859, viene costruito alla fine degli anni sessanta ed inaugurato il 7 giugno 1874 con l’opera I Capuleti e i Montecchi (1830) di Bellini. Lo stabile si trova in piazza Ruggero Settimo, nella zona nord della città. Dopo la morte di Garibaldi (1882), il teatro prende il nome di Politeama Garibaldi. Il Teatro Massimo (piazza Verdi), situato nelle immediate vicinanze del Politeama, viene edificato nella seconda metà degli anni novanta e aperto nel 1897; pertanto il Politeama fu, per oltre vent’anni, il principale teatro lirico della città. Nel 1891, dopo ulteriori lavori di ampliamento, il Politeama viene inaugurato una seconda volta, alla presenza di Re Umberto I; sulla scena il recente Otello (1887) verdiano con il tenore Tamagno. L’edificio ha un taglio neoclassico: colonnato dorico e ionico, quadriga bronzea in cima alla facciata (come per l’Arco della Pace milanese), sala a ferro di cavallo, due ordini di palchi. Il teatro conteneva fino a cinquemila spettatori (le leggi odierne hanno però limitato la capienza a 1000 posti). I più importanti artisti lirici (cantanti e direttori d’orchestra) della tradizione operistica vi si sono esibiti. Il teatro ospita con regolarità anche spettacoli di rivista, sia nella sua fase teatrale, sia in quella cinematografica. Così la compagnia guidata da Totò vi tiene spettacolo per ben quattro volte, nel 1922, nel 1927, nel 1946 e nel 1957. Nell’immediato secondo dopoguerra il Politeama abbandona l’attività teatrale e diventa un cinema seguendo una tendenza nazionale: i luoghi del melodramma si trasformano spesso in sedi cinematografiche, riaffermando anche per questa via la sostanziale continuità esistente tra opera lirica e racconto...
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